Negli ultimi anni, confrontandomi con le persone, ho purtroppo constatato che c’è ancora molta confusione riguardo all’uso del contatto oculare nella Sindrome di Asperger e nello spettro autistico in generale. A mio parere quella di seguito è la più accreditata spiegazione a riguardo.
(tratto da http://www.spazioasperger.it/index.php?q=caratteristiche-dell-asperger&f=35-contatto-oculare – Articolo del Dott. David Vagni)
Molte persone nello spettro autistico non guardano negli occhi. Perché? Di seguito riporto una serie di possibili meccanismi, quello adatto ad un bambino od adulto può essere uno, più di uno e/o cambiare nel tempo.
Emozioni (amigdala, etc..): Guardare negli occhi o meno, ha un ruolo sociale/comunicativo in molti animali. Nell’uomo però ci sono derivazioni diverse e comprensibili dello stesso messaggio letto e previsto in modo naturale , ma sviluppato diversamente attraverso l´interazione con la cultura e la società. Guardare negli occhi in alcune persone quindi scatena una reazione di paura perché vengono interpretati quasi unicamente come segnali di aggressività (o al più di attrazione sessuale) in modo unicamente “istintivo”. Quindi il contatto oculare eccita l´amigdala (il centro delle emozioni) per motivi prettamente evolutivi/istintivi, ma essendo più reattive, le persone nello spettro provano “più paura” e quindi cercano di evitare il contatto perché hanno feedback negativi dallo stesso.
Acuità visiva (percezioni): molte persone nello spettro hanno un sistema senso-percettivo visivo diverso dalla norma, in particolare hanno una maggiore acuità visiva. Ovvero riescono a distinguere un numero maggiore di dettagli nelle immagini. “L´acuità” è concentrata nella parte centrale dell´occhio. Guardare persone ed oggetti “di traverso” fa diminuire la quantità di informazioni in ingresso (perché si riduce l´acuità) e quindi rende il mondo più comprensibile perché non si è più “sovraccarichi” di informazioni.
Multitasking (attenzione): molte persone nello spettro hanno difficoltà a fare più di una cosa insieme, soprattutto se è legato a sensi diversi. guardare/ascoltare è la cosa più comune. Molti hanno difficoltà a guardare ed ascoltare in contemporanea perché l´attenzione è talmente tanto concentrata su di un canale che non si può attivare anche l´altro. Sarebbero troppe informazioni da elaborare. Quindi spesso se uno è concentrato sulle parole non guarda per concentrarsi meglio. Non è una cosa assurda, pensate a quando cercate di capire bene una lingua straniera, molte persone, anche NT, chiudono gli occhi.
Pensiero per immagini (stile di pensiero): se la persona pensa per immagini è facile che pur non guardando da un´altra parte, sicuramente distolga gli occhi dalla persona che ha di fronte sembrando “distratta”. Visto che la maggioranza della gente pensa in modo uditivo, e “immagina” per immagini. L´espressione e il modo di indirizzare gli occhi che indicano il “pensare ad un´immagine” è associato alla distrazione, perché viene implicitamente interpretato come “fantasticare”. Mentre molti nello spettro semplicemente stanno traducendo in immagini quello che dite.
Mancanza di feedback sociale (socializzazione e teoria della mente): un bambino a cui è mancato per tutti i motivi che ben sappiamo, volendo anche quelli sopra esposti, il feedback sociale sul contatto oculare, tenderà a non usarlo. Guardare negli occhi non è completamente istintivo, ma è anche acquisito, quindi è facile che possa avvenire, anche nelle fasi più critiche del primo sviluppo, un “intoppo” che non permette la corretta acquisizione dell´uso del contatto oculare. Cioé, visto che magari prima non lo faceva per “altri” motivi, poi dopo non percepisce il vantaggio nell´uso del contatto oculare. La differenza nella Teoria della Mente può portare la persona a non capire l´uso sociale/comunicativo del contatto oculare. Spesso ,semplicemente non si guarda perché non si ritiene utile dare il feedback a chi ti parla. Avviene nello stesso modo in cui talvolta si può non rispondere ad un´affermazione , specie se non posta in forma di domanda, perché non si capisce l´importanza di dare un feedback (dimostrare di aver compreso).
Visto che nello spettro si è estremi da ogni parte, esiste anche la differenza opposta. C´è chi “fissa” troppo. Questo può essere dovuto a tutti i fattori sopra menzionati ma al contrario.
Emozioni (amigdala, etc..): come forma di “aggressività” istintiva, specialmente se prova rabbia, specialmente nei maschi con ADHD annessa, è un modo di usare il contatto oculare da “animale” senza il normale filtro sociale che ci “impone” quel minimo di “remissività” per smussare gli angoli.
Multitasking (attenzione): raramente, ma capita che una persona nello spettro possa reputare vantaggioso studiare il corpo delle persone più del linguaggio, in questo caso ovviamente “fisserà” la persona.
Sbagliato feedback sociale (socializzazione): questo avviene quando il bambino viene “corretto male”. Il fissare può derivare principalmente da due fattori ed entrambi derivano dal “devo guardare negli occhi”. In un caso ci si fissa sulla persona perché si sa che bisogna guardare negli occhi ma non si ha contezza del “ritmo” sociale e quindi il risultato è che lo si fa troppo (dando la sensazione di guardare dentro). Nel secondo caso si guarda nella direzione dell´interlocutore perché “obbligati” ma non lo si guarda per davvero: o guardando qualcosa dietro di lui o chiudendo la comunicazione (shutdown) della visione (dando la sensazione di guardare attraverso). Oltre a questo la differenza nella teoria della mente può far si che la persona autistica non riconosca il segnale di disturbo nell´interlocutore, ovvero, non riconosce che lo sta “fissando” e quindi sta “dando fastidio” o mettendo a disagio.
Infine è anche possibile che ci sia un fenomeno di “desensibilizzazione”, in cui la risposta al messaggio, dopo aver “insistito” nel generare il contatto oculare, diventa piatta e quindi non si percepisce più il fatto che si sta avendo un contatto oculare “esagerato”.